LO STATO D’ANIMO DEGLI ADDETTI ALL’UFFICIO PER IL PROCESSO – del dottor Francesco Pizzigallo

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1) Il bilancio personale dei primi tre mesi 2) Il rapporto con l’amministrazione, i giudici e i colleghi 3) Lo smartworking e le aspettative per il futuro

 

Il bilancio personale dei primi tre mesi 

Dopo la fase formativa iniziale, l’addetto all’ufficio per il processo ha iniziato a svolgere le sue mansioni d’ufficio dividendosi tra il suo giudice assegnatario e il supporto alla cancelleria, ma qual è il suo stato d’animo dopo tre mesi?

Un sondaggio scientifico non è semplice, ma uno social sì. Per questo ho scelto di farne uno in due gruppi Facebook: quello nazionale del Concorso Giustizia 2021 – Ufficio del processo che conta circa 13500 membri e uno locale Idonei Ufficio del processo – Milano con quasi 500 membri. Sei domande con altrettante risposte chiuse: a) positivo, b) parzialmente positivo, c) parzialmente negativo, d) negativo, e) non so. La domanda che ha avuto il maggior numero di risposte è stata quella in cui si chiedeva di esprimere un giudizio sull’esperienza lavorativa nel suo complesso: a livello nazionale in 166 hanno espresso un giudizio positivo, 35 parzialmente positivo e solo in 11 negativo, mentre a Milano i giudizi positivi sono stati di 24, quelli parzialmente positivi 7 e quelli negativi uno soltanto.

Il rapporto con l’amministrazione, i giudici e i colleghi

Tre domande sono invece state dirette a sondare l’umore del rapporto con il Ministero e la struttura di assistenza e del personale, nonché con i giudici e la cancelleria e infine con i propri colleghi. Qui le risposte fra i due gruppi sono state divergenti. A livello nazionale le risposte positive (52) e parzialmente positive (12) sono state superiori alla somma di quelle negative (16) e parzialmente negative (23) con tre non so. A livello di Milano i giudizi negativi (3) e parzialmente negativi (4) hanno surclassato quelli positivi (1) e parzialmente positivi (1) con ben 4 non so.

Il rapporto con i giudici e il personale di cancelleria a livello nazionale ha raccolto 61 giudizi positivi, 7 parzialmente positivi e solo due giudizi negativi, mentre a Milano nessun giudizio negativo, un non so e poi 15 giudizi positivi e 7 parzialmente positivi.

Il rapporto con i propri colleghi raccoglie a livello nazionale solo un parere negativo mentre i giudizi positivi sono stati 89 e 2 quelli parzialmente. A Milano invece i giudizi sono stati di un solo colore e positivo (24).

Lo smartworking e le aspettative per il futuro

Alla domanda sullo smartworking ci ho tenuto in maniera particolare e non solo perché la norma istitutiva dell’ufficio per il processo ne prevede la possibilità anche in deroga ma perché consente una migliore articolazione del rapporto tra vita e lavoro. La domanda chiedeva di scegliere il numero di giorni. A livello nazionale e milanese ha prevalso l’aspirazione dei due giorni rispettivamente con 65 e 11 voti. La scelta dei tre giorni ha raccolto 40 preferenze a livello nazionale e 6 a Milano, quella di un giorno 20 a livello nazionale, quella di cinque giorni 4 a livello nazionale e 1 a Milano, mentre quella di quattro due sole preferenze nel gruppo nazionale. Non sono mancati anche coloro che hanno espresso la volontà di non volere fare smartworking e sono stati 10 a livello nazionale e 4 a livello milanese.

Alla fine non poteva mancare la domanda sul futuro e cioè sul desiderio di continuare questo nuovo lavoro dopo i due anni e sette mesi con un rapporto a tempo indeterminato. Ebbene se a Milano ci si è divisi fra un auspicio di un tempo indeterminato quasi totale con 20 preferenze contro due no, a livello nazionale hanno prevalso ancor di più di gran lunga i sì con 106 preferenze contro 3 no ma ci sono stati ben 13 non so. Per legge è stato previsto che i due anni e sette mesi non saranno rinnovabili ma questa figura, sia pure in modo numericamente inferiore, non v’è dubbio che entrerà in pianta stabile nella struttura della giustizia italiana. Così come già avviene nel resto d’Europa e non solo: in Gran Bretagna con i clerks e i judicial assistants, negli USA con i law clerks, mentre in Francia ci sono gli assistants justice e i juristes assistants e in Spagna gli oficina judicial e i letrodos de la administracion de justicia.

Sarebbe interessante a questo punto sapere quale è il punto di vista degli addetti ai lavori giudici, cancellieri e avvocati su questa nuova e quasi sempre giovane linfa che rappresentano gli addetti all’ufficio per il processo per il corpo della giustizia italiana. Il che potrebbe essere l’argomento del prossimo articolo.

 

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