Limitless – parte 1 – della dottoressa Sonja Riva

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                                                                                                                     L’uomo supera sempre sé stesso.
Bleise Pascal
Osservare l’umano è davvero affascinante. Le persone sono così simili fra loro e nel contempo così
diverse. Il mio lavoro di mediatrice dei conflitti e counselor mi offre l’opportunità di cogliere i mille
elementi di personalità che si intrecciano formando geometrie sempre nuove, anche nello stesso individuo, al passar del tempo.
Creature uniche al mondo, quando si parla della differenza fra esseri umani e animali a volte si menziona, come attributo peculiare dell’umano, la coscienza (chi può dirlo?), l’intelletto (può essere), l’anima (eh qui si va sul difficile…) o altri insondabili aspetti. Credo, invece, che la vera differenza fra umani, animali e altre creature viventi, la vera “scintilla divina” sia la capacità di vedere limiti e confini attorno a sé e l’invincibile bisogno di superarli. Nietzsche l’ha chiamata “volontà di potenza” ovvero la tendenza degli individui a cercare il potere e la crescita personale.
Ma oltre ad essere una tendenza, credo sia una costante dell’umano, si tratta della potente forza creativa che spinge gli individui a superare i propri limiti e a realizzare il proprio potenziale, quel movimento verso l’altrove, quello spostare confini e barriere sempre un po’ più in là in ogni ambito della vita.
Pensiamo da dove è partita la razza umana in termini di evoluzione: grossi scimmioni che 200.000 anni fa erano in grado di articolare solo pochi suoni gutturali sono giunti a generare Marcel Proust, (uno fra centinaia di geni letterari); una creatura che concepiva solo i concetti “mangiare”, “riprodursi” e poco più si è evoluta fino ad intelligenze come quelle di Leonardo, Einstein e tanti altri; e che dire del progresso in campo medico che ha spostato il limite di vita di diversi decenni? E ancora, la tecnologia iniziata con la scoperta della ruota e del fuoco per arrivare a computer con capacità di calcolo impensabili fino a poco tempo fa; e nell’esplorazione di territori nuovi, partendo dal cuore dell’Africa, l’umanità ha esplorato tutta la Terra e poi anche il cielo, sulla Luna e in futuro chissà.
Insomma, da quando gli esseri umani sono comparsi su questa bella terra, non hanno fatto altro che oltrepassare i loro limiti in ogni campo: nei cambiamenti del corpo, nell’intelletto, nel linguaggio, nel sapere in tutti gli ambiti, nell’esplorazione di territori sconosciuti. Credo che la cifra dell’uomo sia esattamente questa: percepire limiti e confini attorno a sé e sentire un invincibile bisogno di superarli. E, in generale, riuscendoci.
Peraltro, spesso le persone hanno pagato e pagano a caro prezzo l’appagamento di questo bisogno poiché il superamento dei limiti è rischioso, soprattutto se viene fatto in modo impulsivo o senza la dovuta preparazione. Quante persone hanno perso la vita scalando una montagna, varcando un mare, inventando qualcosa di nuovo? Ma, d’altra parte, prepararsi per affrontare l’ignoto è difficile proprio perché ignoto… e quindi un certo rischio è ineliminabile. E comunque, reprimere questa necessità di sconfinamento è impossibile o comunque non salutare poiché parte della natura umana, si può solo utilizzare consapevolezza e responsabilità per cercare di evitare di fare male a se stessi o agli altri.
Ma questa è la costante: non mi è mai capitato di incontrare qualcuno, psicologicamente sano, che
non desiderasse andare oltre il già visto, già saputo, già esperito in qualche ambito della vita, qualcuno che non desiderasse fare un altro viaggio, magari in un luogo sconosciuto, o da single formare una coppia, o da coppia una famiglia, o ampliare il proprio bagaglio culturale, o sviluppare il proprio benessere economico o, affrontare una paura o un trauma passato, o sviluppare nuove abilità o competenze, e comunque, aumentare il proprio spazio di felicità. Anche nel limite dato dalla malattia, le persone desiderano aggiungere giorni alla vita, aumentare il benessere e magari oltrepassare la patologia guarendo. E queste le considero tutte declinazioni del desiderio di superamento del proprio limite del momento.
La vita è andare oltre, è superare i limiti del visto, conosciuto, avuto. È raggiungere obiettivi personali, relazionali, professionali, sperimentare nuove situazioni.
Mi piace pensare al bisogno di oltrepassare i limiti come alla barca che ci porta in mare aperto, ma il vento che scegliamo per soffiare nelle sue vele fa la differenza. Sì perché l’umano supera i suoi limiti in tutte le direzioni, nel bene e nel male, è mosso dall’amore e dalla malvagità, riesce a compiere meravigliosi atti di generosità, spesso eroici, e le peggiori atrocità e nefandezze nei confronti di qualunque essere vivente e oggetto. È responsabilità di ciascuno sapere cosa muove la propria barca, essendo consapevoli della motivazione che ci spinge, di qual è l’obiettivo da raggiungere e di come tratteremo chi incontreremo nel tragitto.
Quando le persone mi raccontano le loro difficoltà, crisi e conflitti li immagino in un metaforico viaggio all’interno di uno specifico spazio vitale e cerco di capire insieme a loro quali confini hanno incontrato e che trovano difficile oltrepassare, o da quali limiti personali o relazionali si sentono vincolati. Si tratta di una chiave di lettura che mi aiuta a comprendere un po’ meglio l’altro nella sua difficoltà.
A volte incontro individui che non hanno più voglia di oltrepassare limiti, si tratta di persone con depressione che possono beneficiare di un percorso psicoterapico che le aiuti a ritrovare quella forza motrice primordiale dimenticata, purtroppo, in qualche piega della vita. Altre volte ascolto persone che di limiti ne vedono e ne superano, ma nel territorio della patologia psicologica e, anche per loro, è importante un percorso specialistico che le aiuti a ritrovare o a trovare la direzione verso cui puntare la loro energia motrice.
E poi, in modo naturale, ad un certo punto si smette di desiderare di superare i limiti: è quando si è giunti alla fine della vita, quando l’energia si affievolisce e ci si ritira in una personale zona protetta, sempre più fermi, da cui poi, infine, poter spiccare un ultimo piccolo balzo e conquistare l’orizzonte…
Segue Limitless – parte 2 (Le relazioni)

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