DIFFERENTE RUOLO DELL’AVVOCATO NEL PROCESSO E NELLA MEDIAZIONE – dell’avv. Maria Rita Miliani

Condividi questo Articolo

Condividi su facebook
Condividi su linkedin
Condividi su twitter
Condividi su email

Il tema è delicato in Italia, soprattutto per un fattore culturale e di paura del nuovo, ci troviamo
infatti in un paese conservatore e refrattario alle novità, dove l’orientamento formativo delle facoltà
giuridiche passava il messaggio che l’unico metodo risolutivo del conflitto fosse il processo.
La riforma del processo civile e l’introduzione della mediazione ha fatto sì che emergesse la
necessità di avere una nuova figura professionale, che indipendentemente dal titolo di avvocato,
acquisisse competenze di tipo relazionale e umano, inclusa la capacità di comprendere gli
interessi delle parti al di là delle pretese giuridiche avanzate.
La necessità di un diverso approccio scaturisce dalle differenti finalità perseguite dal processo e
dalla mediazione, pur arrivando entrambi ad un titolo esecutivo.
Il processo, si conclude con una decisione presa dal giudice, il ruolo dell’Avvocato è quello
rappresentare la parte, il professionista è fortemente ancorato ad una idea di giustizia che trova il
proprio fondamento esclusivamente nella giurisdizione ordinaria, in tale contesto il rappresentato
viene tenuto il più possibile “fuori” dal processo, in parte per proteggerlo ed in parte per non
coinvolgerlo in un meccanismo complesso e difficile da comprendere.
La mediazione, diversamente, si conclude con un accordo, l’Avvocato in questo caso assiste la
parte, che rimane protagonista nella procedura, e l’accompagna nella negoziazione, non occorre
che sappia mediare (questo è un compito che spetta al Mediatore), occorre però che sappia
negoziare e apprendere gli interessi di entrambe le parti, riuscendo a “combinarli” per generare
soluzioni al problema comune.
A fronte di tanto nella mediazione l’avvocato deve disancorarsi dal monopolio del diritto ordinario
grazie anche all’intervento del Mediatore, capace di instaurare un rapporto di fiducia non solo nei
confronti delle parti, ma anche nei confronti degli avvocati che potranno valorizzarsi diventano dei
veri e propri consulenti.
In conclusione qualcuno legge nell’introduzione della mediazione un’occasione per rivalutare in
Italia le funzioni stragiudiziali dell’avvocato.

Altro da visitare

Una risposta

  1. Ringrazio per l’articolo coinciso ed esaustivo e non posso che essere d’accordo con l’autrice. Appare sempre più evidente quanto si debba esortare al massimo la società civile all’utilizzo della giustizia alternativa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *