DIFFORMITA’ DELLE RICHIESTE TRA FASE STRAGIUDIZIALE E GIUDIZIALE – dell’Avv. Maria Rita Miliani

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In questo articolo vorrei offrire un approfondimento e possibile soluzione sull’ “eccezione di difformità tra fase stragiudiziale e fase giudiziale”, formulata in giudizio in prima udienza a pena di decadenza, che potrebbe portare alla declaratoria di improcedibilità della domanda.
Se da una parte vi è un recente orientamento a sostegno del fatto che le norme di legge che sanciscono l’obbligatorietà del tentativo di conciliazione a pena improcedibilità, prevedendo dei limiti al diritto di azione previsto e garantito anche a livello costituzionale dall’art.24 Cost., non possono essere interpretate in senso restrittivo (Cass.SSUU 2020 n.8240), di altro avviso era inizialmente la Suprema Corte ritenendo necessaria la coincidenza soggettiva e oggettiva tra la fase giudiziale e stragiudiziale (Cass.Civ. 2005 n.15802).
A fronte di tanto, si evidenzia però, come nessuna norma di legge primaria o secondaria preveda
che il tentativo di conciliazione debba avere un oggetto esattamente identico a quello della causa
proposta avanti l’Autorità Giudiziaria, tenendo presente anche che il tentativo di conciliazione non
avendo natura di controversia giudiziale non avrà una causa petendi ed un petitum qualificabili
come tali.
Pertanto in caso di difformità, a mio avviso, un’interpretazione plausibile delle complesse interpretazioni di legge possa essere quella per cui la condizione del preventivo esperimento del tentativo di conciliazione sarà soddisfatta laddove vi sia stato tra le parti almeno un tentativo di conciliazione “sulla controversia” intesa in senso lato ed a-tecnico, cioè come incontro su specifiche problematiche insorte tra le parti.

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