Solitamente quando due coniugi decidono di separarsi, non vi è un accordo univoco; di solito succede che uno dei due decide di chiudere la storia mentre l’altro subisce la separazione.
In ogni caso sono momenti dolorosi e delicati per entrambi i coniugi; prendono corpo emozioni ambivalenti, risentimenti, delusioni. Il tutto viene amplificato dalla rabbia e il conflitto può raggiungere livelli alti.
Il senso di colpa si distorce e diventa un’accusa contro l’altro. Non c’è spazio per il confronto perché tutto è congelato in atteggiamenti freddi e chiusi. Non si trovano le soluzioni e l’unica risposta è la separazione/divorzio.
La disgregazione familiare è un’esperienza dolorosa soprattutto per i figli, che si trovano costretti a vivere del legame che univa mamma e papà. Da una parte ci sono i due adulti alle prese con l’evento separativo, dall’ altra ci sono i figli che soffrono per la perdita di un importante punto di riferimento: la famiglia.
In questa fase delicata i figli hanno bisogno di certezze, di sapere che i loro genitori continueranno ad esserci sempre anche se non vivranno più insieme. Hanno bisogno di non sentirsi costretti a schierarsi dalla parte di un genitore a scapito dell’altro scegliendo chi è il migliore tra i due. Hanno bisogno di sapere che continueranno a vedersi e a stare insieme anche se con tempi e modi diversi.
Per riuscire in tutto ciò occorre l’aiuto di un esperto che sia in grado di accogliere il dolore che ognuno sente dentro di sé consapevolmente o inconsapevolmente.
Quando la coppia decide di rivolgersi a un Mediatore familiare risulta smarrita, la sensazione comune è quella di non sapere dove andare e di brancolare nella nebbia.
In questa fase è molto importante il ruolo del Mediatore Familiare, che agisce quale terzo imparziale, equidistante e neutrale.
Il Mediatore Familiare lavora con coppie in cui l’amore ha lasciato spazio a sentimenti negativi. Il suo compito è quello di ristrutturare la comunicazione della coppia, in modo che torni su un livello empatico, di scambio collaborativo nell’interesse di entrambi i partner e, dove ci sono, dei figli.
Una coppia che si separa continua comunque ad avere un obiettivo e degli interessi comuni: il benessere dei figli, una equa ripartizione del patrimonio e delle responsabilità, una vita serena anche se il progetto non è più quello di viverla insieme come prima. Il vero interesse della coppia, e quindi del Mediatore, è proprio quello di raggiungere questi obiettivi senza ostilità.

Paola Girolami si laurea in Giurisprudenza all’Università di Bologna e inizia subito il suo percorso lavorativo svolgendo la pratica forense presso studi che operano prevalentemente in materia civile. Consegue il titolo di Avvocato presso la Corte di Appello di Bologna ma si rende conto che le dinamiche legali non sempre soddisfano il suo desiderio di “aiutare” le persone a comporre un conflitto.
La conflittualità in certi casi è un momento naturale della convivenza sociale. Saperla gestire senza il bisogno compulsivo di ricorrere a un giudice esterno per ristabilire la giustizia, rappresenta per Paola uno stimolo ben più grande.
Collaborando come volontaria all’interno di un’associazione Onlus, che fornisce consulenza giuridica stragiudiziale presso l’Istituto penitenziario di Bologna, rafforza la sua convinzione che il conflitto nasca proprio da un bisogno insoddisfatto, da una situazione di frustrazione o di incapacità a comunicare in maniera adeguata. Il conflitto esprime spesso una specifica richiesta di aiuto.
Grazie al corso tenuto dalla dott.ssa Di Palermo, in seguito al quale consegue nel marzo 2017 il titolo di Mediatore Civile e Commerciale, rimane affascinata e incuriosita da tutto ciò che ruota attorno alla Mediazione. Certo, imparare dai conflitti è possibile, ma occorre lavorare su di sé per trasformarli in elementi salutari e non patologici nell’ambito delle relazioni interpersonali. Decide pertanto di approfondire la sua formazione in questo campo e nel febbraio 2020 diventa Mediatrice familiare.